Sentire freddo più o meno intenso, senza apparente ragione, è spesso legato all’emergere di traumi antichi. Quando si avverte questa sensazione durante un trattamento Reiki stanno emergendo blocchi energetici che è importante rispettare e approfondire con delicatezza.

Cosa significa sentire freddo

La sensazione di freddo nei trattamenti Reiki, che molto spesso si avverte (soprattutto nel corso di una serie di trattamenti), è legato alla liberazione di un blocco solitamente molto antico, probabilmente legato al periodo infantile o karmico. Il trattamento Reiki tende a riportare equilibrio in zone energetiche squilibrate e questo comporta una sorta di rimescolamento energetico con una conseguente presa di coscienza di tematiche per lo più inconsce, ma molto profonde e attive nella psiche. Sentire freddo intenso, sia esso durante il trattamento o come sintomatologia più o meno frequente, che può diventare cronica (come ad esempio le forme di emicrania o certi dolori muscolari), è associato al senso di abbandono. Si può intuire come questo sintomo sia associato alla mancanza di calore, vicinanza, protezione e affetto. Può essere legato a un trauma, più o meno eclatante vissuto durante i primi mesi di vita, in cui il bambino/a ha avvertito la mancanza dell’adulto. Ricordiamo che per l’instaurarsi di un trauma, cioè un blocco psicologico rimosso dalla coscienza, è fondamentale non cosa sia accaduto realmente, ma come questo evento sia stato vissuto dal soggetto.

Esempi di traumi abbandonici

 

Riportiamo alcuni esempi di traumi legati all’abbandono.

  • Durante la notte il fanciullo/a si sveglia, chiama la madre, e questa ritarda più del solito ad arrivare. In questo lasso di tempo (che può durare anche solo pochi minuti), il bambino/a si convince inconsciamente di essere rimasto solo e avverte un vuoto terribile. Non avendo il senso del tempo ed essendo, soprattutto nei primi mesi, ancora in simbiosi quasi totale con la madre, questa mancanza viene avvertita come tragica e destabilizzante per la propria sicurezza. Facciamo un altro esempio.
  • Il bambino/a ha una esigenza impellente di essere abbracciato e coccolato, ma i suoi pianti vengono interpretati come un bisogno di cibo. L’adulto, in questo caso diciamo il padre, cerca di dare da mangiare al piccolo, che continua a piangere sempre più veementemente. Il suo bisogno di calore affettivo non viene soddisfatto. Potremmo continuare l’elenco con questi casi molto comuni.
  • Poi vi sono situazioni molto più gravi, come l’abbandono dell’infante o il suo non riconoscimento a livello affettivo/emotivo.

Poco importa, ripeto, cosa sia accaduto in pratica, ma importante è invece come si è elaborato questo evento in quel momento particolare in cui è accaduto. Questo tipo di trauma legato al senso di freddo, molte volte intenso, e suo conseguente blocco energetico, non è riconducibile al solo periodo dell’infanzia.

  • Un altro esempio può essere legato a una forte delusione amorosa avuta in adolescenza in cui ci si è sentiti “lasciati” quasi con crudeltà e per l’appunto “freddezza”.

Anche la morte di una persona cara, soprattutto se improvvisa e inaspettata, può lasciare questa traccia interiore a livello energetico che può emergere durante un trattamento Reiki.

Come si tratta nel Reiki la sensazione di freddo

 

Nei trattamenti Reiki quando chi sta ricevendo la canalizzazione energetica sente freddo, avverte anche unitamente un senso di disagio e quasi repulsione. Questo è naturale, un buon operatore Reiki dovrebbe sempre accompagnare questa esperienza con rispetto e delicatezza. Anche se l’energia lavora per conto proprio e non ci sono controindicazioni a livello energetico è il dialogo successivo al trattamento che può risultare molte volte risanante e confortante.

In questi casi, quando l’operatore avverte questo sblocco energetico, è consigliabile che si soffermi con le mani in quella posizione particolare per diversi minuti, almeno fino a che la sensazione di freddo non si attenua. Ricordo che l’operatore potrebbe avvertire la sensazione sulle sue mani mentre il ricevente può non sentire nulla oppure avvertire caldo invece che freddo. Come si spiegano queste sensazioni in apparenza opposte tra tra operatore e la persona trattata? Spesso un trauma non vuole essere riconosciuto e anzi, è un trauma proprio per questo. La psiche per difendere la propria stabilità lo ha giustamente rimosso per proteggersi. Farlo riemergere attraverso il Reiki o un’altra terapia energetica è comunque difficoltoso. Per questo la persona trattata potrebbe avvertire solo del calore, solitamente riconducibile a blocchi meno importanti ma comunque faticosi. L’operatore invece rappresenta il canale attraverso cui l’Energia Universale agisce e può avvertire cosa rappresenti davvero un certo blocco energetico, oltre quello che è pronto ad affrontare la persona. Si soffermerà molto di più su quelle zone particolare, solitamente legate ai primi due chakra (primo, secondo) e al chakra del cuore (quarto chakra). Può accadere che con i trattamenti successivi la sensazione di freddo venga avvertita anche dalla persona interessata, oppure che il blocco si risolva in modo quasi inavvertito. In altri casi la persona non è pronta ad affrontarlo e l’operatore dovrà rispettare questa scelta inconscia e continuare i trattamenti a seconda di quello che l’Energia Universale e la coscienza della persona richiede.

Nei trattamenti Reiki a distanza, in questi casi, è utile utilizzare il secondo simbolo approcciandosi sempre con delicatezza e osservazione. Possono arrivare all’operatore delle intuizioni (in forma di immagini, suoni, sensazioni tattili) rispetto alla possibile causa del blocco. Sta a ognuno sentire se è utile comunicarle oppure se è meglio evitare per qualche momento. Molte volte però comunicare alla persona ciò che è emerso può risuonare familiare e aiuta a riconoscere e far luce su degli aspetti di sé importanti per la guarigione. Anche la parola guarisce. Ricordiamo comunque di evitare l’interventismo o la foga di volere aiutare qualcuno che, non smetterò mai di ripeterlo, non sono mai scelte utili.

Il freddo e i traumi karmici

Come detto, la sensazione di freddo, a differenza di quella di calore, è legata a blocchi antichi. Talmente antichi che possono toccare il livello spirituale, legato ad altre vite, o per meglio dire ad altri piani di coscienza. Molto spesso il freddo viene avvertito su gambe e braccia, associati all’azione del primo chakra, che essenzialmente rappresenta il radicamento e il senso di sicurezza. Sentire freddo quindi in queste zone potrebbe ricondurre a eventi che hanno minacciato l’Anima nel passato: scontri in battaglie, depravazioni alimentari, forti shock, catastrofi ambientali, delusioni affettive importanti, etc… Quando si va a toccare il piano karmico, grazie all’abilità dell’operatore spesso associata al contributo di chi sta ricevendo, è una occasione di liberazione bellissima. Con il proseguo dei trattamenti (in questi casi difficilmente ne basta uno) si vanno a riportare alla luce ferite antiche perchè queste possano essere riconosciute, accettate e sanate definitivamente. Possono essere fatti salti importanti nella propria evoluzione se questi blocchi vengono visti, affrontati e svincolati finalmente dalla propria storia.

Fiducia e ascolto delle intuizioni

Può essere che sentiate freddo durante un trattamento Reiki, ma non allarmatevi. Se vi affidate a un operatore chiedete sempre il suo parere. Se state facendo un auto-trattamento fidatevi di ciò che intuite e non di quello che state pensando. Cogliete quanto avviene come una occasione di liberazione e di scoperta di voi stessi. Fatelo con fiducia e amore che sono la base di ogni buona forma di guarigione.

Conclusioni

Per concludere la sensazione di freddo è spesso legata ad un vuoto avvertito durante l’infanzia che si manifesta come blocco energetico. La mia esperienza mi ha insegnato che contattare questi blocchi può portare a estremi benefici se si compie un percorso di crescita e accettazione degli stessi. Ci tengo poi a porre l’attenzione su quanto sia importante e fondamentale per i genitori riconoscere certi comportamenti psicologici e soprattutto i bisogni essenziali dei propri figli. Ricordo però che per quanto la salute psico-fisica del bambino/a sia responsabilità dell’adulto, non tutto si può evitare, e anzi certe ferite si instaurano nel percorso di crescita per essere poi successivamente superate per rafforzare la personalità. Importante è fare i genitori donando amore, sicurezza e riconoscimento, ma senza ansia.

Per chi voglia provare i miei trattamenti Reiki può trovare maggiori informazioni su questo link.

 

Luca Carli

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