Dal 2 che crediamo di essere all’8 che siamo

Approfitto della domanda dell’amico Roberto per questa piccola riflessione numerologica sul significato della sequenza 2-4-8, ricordando che i numeri non sono mai solo cifre con cui definiamo delle quantità, ma anche simboli, rappresentazioni psichiche di ciò che l’Universo può comunicarci in un determinato momento.
 
Il numero 2 riguarda la relazione e la polarità, il 4 l’aspetto materiale e terreno e l’8 la sua trascendenza per riscoprirsi parte di una Unità…questa sequenza di numeri pari e quindi ricettivi, femminili accoglienti parlano della relazione con:
  • con Te stesso —>2,
  • con gli altri —> 4,
  • con ciò che in te è Divino —> 8
 
è quindi come una cipolla a tre strati, in cui:
.nella parte più esterna sta la “maschera sociale”, ciò che pensiamo di essere (2),
.in quella intermedia il nostro rapporto con gli altri e quello che possiamo essere e fare nel mondo (4)
. nello strato più profondo la vera essenza l’8 che altro non è che un 2 al cubo, elevato 3 appunto, come il numero di questi tre strati distinti.
 

Il messaggio della sequenza numerica 2-4-8

 
Il messaggio della sequenza 2-4-8 è  che tutti questi diversi aspetti con cui interagiamo con il mondo coesistono allo stesso momento e sono frutto di un duplicazione, di una proiezione che facciamo al di fuori, proprio come avviene quando proiettiamo la nostra immagine su di uno specchio.
 
Ciò che vedo fuori nel mondo sono sempre e solo IO!
 
Ciò implica che l’immagine proiettata cambia e si trasforma solo se cambio e mi trasformo, agisco cioè su me stesso e sui miei strati interiori, sapendo che l’immagine riflessa risponderà allo stesso modo. Un’altra chiave di lettura è il riconoscere in se stessi sia il livello più sociale, la maschera che di volta in volta indossiamo, utile per “adattarci” al mondo così com’è (in famiglia, al lavoro, con gli amici, in palestra etc…), e quello più profondo che è la nostra essenza più vera desiderosa di manifestarsi il più possibile, l’Anima.
 
Quando agiamo consapevolmente in noi stessi, osservando ciò che siamo in un dato momento e lasciando spazio a ciò che vuole manifestarsi, cambiamo il nostro mondo e eleviamo il 2 sempre più a un 8 che altro non è che il simbolo dell’Infinito, come a voler dire: siamo talmente grandi, infiniti e vasti che sarebbe un peccato credere di essere solo un 2 e limitarci a quello che l’immagine riflessa ci rimanda.
Andiamo oltre all’illusiione e vediamo come il mondo può essere privo di realtà oggettiva e risponde solo a ciò che crediamo di essere:
 
Se mostriamo, cioè ci identifichiamo, con atteggiamenti paurosi, timorosi e inadeguati il mondo sarà per lo più angoscioso, sbagliato, mai abbastanza buono.
Se ci identifichiamo con atteggiamenti coraggiosi, amorevoli e di crescita, il mondo sarà ricco di occasioni, per lo più buono, e in cambiamento continuo.
 
Per farlo bisognerà prima riconoscere di essere nell’illusione che crediamo cioè di essere in un certo modo e basta, per scoprire che possiamo essere in molti modi nuovi e più interessanti, per lo più celati in quell’8 che è la nostra Anima, il centro della nostra “cipolla psichica”, il Re e la Regina che siamo.

Il 4 come ponte tra 2 e 8: al pensiero segue l’azione

 
Il ruolo di ponte tra il 2 e l’8, cioè tra ciò che crediamo di essere e quello che siamo, lo fa in questa sequenza il 4, la materia, la terra, la fisicità, il corpo. Come a dire che solo facendo, praticando, mettendosi all’opera su se stessi si può diventare e ottenere ciò che vogliamo.
In poche parole ciò che sai di dover fare devi farlo!
Se sai di dover parlare con il tuo capoufficio per ottenere quell’aumento che desideri tanto ma non lo fai perchè hai qualche timore o paura nulla cambierà. Molto semplicemente la paura è qualcosa in cui credi, che pensi, che immagini di avere ma è un altro velo, illusione o maschera.
Non agendo cadrai di nuovo nel 2, nella separatività, nella divisione, nella scissione tra ciò che vorresti fare e ciò che in realtà fai o “non fai”. Solo agendo secondo ciò che il tuo 8 latente ti sta suggerendo ( nell’esempio parlare con il capoufficio) allora cambierà il tuo mondo.

La paura ce l’hai, non la sei

Ma io ho paura! – potresti ribattere. Si, la paura ce l’hai, ma non la sei.
Tu hai la paura, ma non sei la paura, tu hai un timore, una vergogna, un senso di colpa, ma non sei questi atteggiamenti. Loro ti hanno! Sbarazzatene, vai oltre e prosegui. Per poterlo fare bisgona proprio distaccarsene ed è appunto quel primo passo il riconoscimento, con cui si prende le distanze dai propri vossuti emotivi e mentali, sentendo di essere cosa altra da loro. In quel modo puoi agire, altrimenti sarai talmente identificato con la paura da non poter nemmeno intravedere l’opportunità di fare qualcosa. Una volta prese le distanze puoi scegliere di proseguire e agire.
In altri termini se le conquiste interiori non hanno una loro manifestazione esteriore a poco valgono, poichè non conducono a nulla se non a una maggiore illusione di cambiare.
Si raggiunge un punto solo camminando verso quel punto, si può diventare un manager solo agendo da manager, si può risolvere un conflitto interiore solo scegliendo di risolverlo, mettendo in atto tutti gli atteggiamenti possibili e pratici per falo.
Si medita solo meditando, non pensando di farlo. Dal 2 all’8 quindi le mani devono essere messe in pasta, entrare nel materiale, poichè solo così un’idea teorica può manifestarsi realmente e portare alla gioia e ai risultati auspicati.
Questo non significa sforzarsi di fare qualcosa che sarebbe mettersi al lavoro, pensando invece al riposo, ma bensì giocare con l’azione, che significa fare per il gusto di farlo. Solo nella parte più densa dell’esistenza si possono ottenere i risultati più elevati spiritualmente, così come solo piantando un piccolo seme nella terra si potranno gustare gustosi frutti.
 
A questo punto, quando siamo praticamente operosi su noi stessi il gioco è fatto e il Re o la Regina che siamo sono pronti a manifestarsi, perchè prima con il riconoscimento della propria condizione e poi con l’azione consapevole si oltrepassa quella soglia tra illusione e realtà, in cui tutto è possibile e basta volerlo essere, fare e diventare.

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