Armonia deriva dal greco armozein con il senso di collegamento che a sua volta viene dalla radice sanscrita Ar, che sta per unire.

Armonia è una parola importante, soprattutto quando si pensa al suo opposto, la disarmonia che spesso utilizziamo per identificare un cattivo rapporto con noi stessi, con l’ambiente esterno o gli altri. L’Armonia, nel suo senso di unione, invece indica non tanto una relazione ma un senso di appartenenza, di unione appunto. Si dice che l’Armonia debba essere trovata dentro di se per poi essere trovata anche fuori. Sì, è così, ma cosa significa davvero trovare l’armonia dentro di se. Cerco di spiegarlo in questo articolo.

Pensiamo alla musica. Utilizziamo la parola armonia per indicare una melodia particolarmente piacevole, dolce all’ascolto. L’armonia è subito percepibile in questo caso. Perché? In qualche modo siamo sensibili all’armonia, riusciamo cioè a distinguere un’unione di note armonica da una che non lo è. Oppure possiamo pensare alla disposizione degli arredi in una stanza. Anche qui possiamo vedere se c’è o meno armonia. Ci accorgiamo se gli spazi sono utilizzati al meglio, se i colori prevalenti si abbinano tra di loro e così possiamo facilmente riconoscere un arredamento armonico o meno. Quindi partiamo dal presupposto che noi dell’armonia, anche se non sappiamo come, ne conosciamo l’essenza. L’armonia è una vibrazione che ci rimanda l’ambiente esterno come il suono di una musica, le parole di una persona, lo sguardo di un amico, il movimento delle mani che battono sulla tastiera etc… Sappiamo riconoscere dove c’è armonia.

Ma questo riconoscimento avviene anche per la nostra Armonia Interiore? Qui la cosa si fa più interessante. Quando ci osserviamo sappiamo davvero dove guardare? Qual’è il suono che emette il nostro essere, dove dobbiamo puntare la nostra attenzione per percepire se c’è armonia o meno in noi stessi? Potremmo credere di dover osservare i nostri pensieri, oppure le nostre emozioni o ancora il nostro stato fisico. In tutti questi casi staremmo osservando, non tanto ciò che siamo, ma ciò che in qualche modo ci appartiene, e solo una minima parte del Tutto, rappresentazione della nostra essenza. Ma allora, dov’è questo Tutto?

Se pensieri, emozioni e stato fisico sono solo una parte di noi, noi chi siamo? Per comprenderlo facciamo un salto nel passato.

Guardiamo alla nascita dell’Universo, almeno per come ce la raccontano gli scienziati. Prendiamo per buona la teoria del Big Bang. All’inizio c’era il nulla, non esisteva ne spazio ne tempo, ne massa, ne energia. Poi una grande esplosione e il nulla diventò un Tutto in espansione, in mutamento, un caotico movimento ordinato, che ha formato l’Universo per come lo conosciamo oggi, che tuttora si espande, si trasforma, muta ad un ritmo ben preciso, con un ordine caotico regolare. In questo Tutto ci siamo anche noi!

Se dobbiamo definire chi siamo, partendo da come le cose sono nate è evidente che dobbiamo ammettere che noi stessi siamo una parte dell’Universo in espansione. Senza timore di esagerare possiamo dire che noi stessi siamo questo Universo, questo Nulla che un giorno decise di essere un grande Tutto. Bene siamo più vicini a riconoscere dove guardare per trovare l’Armonia. Sembra che dovunque osserviamo, semplicemente osserviamo una parte di quel Tutto che siamo. Quando guardiamo alle cose, l’ambiente, le foglie degli alberi, il luccichio delle stelle, stiamo guardando quel Tutto che siamo. E osservando l’esistenza da questo punto di vista l’armonia, nel suo significato di uni-one (da cui deriva anche Uni-verso) è evidente. Non sembra allora poter esserci qualcosa di di-sarmonico nel Tutto in quanto per il fatto stesso di essere un Tutto non separato è quindi armonico.

Capita che però noi ci sentiamo effettivamente separati, divisi, scissi, disarmonici. Come è possibile? Una goccia d’acqua in un infinito oceano può sentirsi in disarmonia? Certamente no! Perché all’uomo invece capita? Perché l’essere umano è una goccia d’acqua che si rende conto di essere goccia, creando una separazione tra ciò che crede di essere e il tutto in cui è immersa. La consapevolezza crea disarmonia. Se so di essere, so anche di non-essere e perciò posso sentirmi diverso, separato da qualcos’altro. Abbiamo visto come l’armonia esiste di per se nell’Universo e anche nell’uomo, ma non è percepita. Perché se possiamo percepire l’armonia di un canzone, non sentiamo l’armonia di cui facciamo parte? Il problema è proprio quello percettivo e di coscienza. Compito dell’essere umano è non tanto  percepire l’armonia ( a che cosa servirebbe?), ma ri-crearla in un rapporto simbiotico tra ciò che l’uomo crede di essere e tra ciò che non crede di essere.

Ecco ci stiamo avvicinando al punto essenziale. Tu cosa non credi di essere? Ad esempio non credi di essere arrogante, non credi di essere potente, non credi di essere forte, etc… E invece cosa credi di essere? Ad esempio credi di essere gentile, credi di essere mediocre, credi di essere timido, etc… Ognuno può accorgersi da solo della scissione/divisione percettiva (badate, solo percettiva non effettiva) di cui siamo vittime. E’ quello che alcune tradizioni chiamano Maya, illusione, altri lo chiamano Diavolo (da diabolos-diviso).

armonia tao

Un simbolo, bellissimo quanto antico, profondo quanto armonioso è quello del Tao che ci mostra palesemente, come il Tutto possa essere formato da parti apparentemente opposte che fanno parte però della stessa sostanza e la loro unione è armonica. Torniamo allo studio della nostra Anima. Quindi c’è una parte in Luce di noi, in cui ci riconosciamo che sappiamo descrivere a noi stessi e agli altri, mentre ce n’è una ombrosa che ci è ignota, rifiutata e di cui non ci accorgiamo. Questa parte cosiddetta Ombra, non potendo scomparire, da qualche parte deve pur andare e diventa tutto ciò che crediamo di non essere. Per dirla bruscamente, ma ancora una volta senza esagerare, l’ombra diventa il mondo intero, l’esterno, ciò che è al di fuori di noi, fuori dalla nostra apparente possibilità di controllare le cose.

Che grande scoperta! Quindi tutto ciò che vediamo fuori è parte di ciò che siamo. Chiediamoci allora, che rapporto abbiamo con l’ombra? Che rapporto abbiamo con l’esterno? Ecco la chiave dell’armonia.

Se il rapporto tra noi e le cose che accadono fuori è sufficientemente buono avremmo la percezione di armonia, altrimenti no. Non il tipo di pensieri che facciamo, di emozioni che sentiamo o il tipo di salute che abbiamo che influenza la nostra Armonia Interiore. L’Armonia Inteririore è la relazione con tutte queste cose. Possiamo essere arrabbiati, tristi, gridare, essere ottusi, indifferenti o interessati, freddi o calorosi ed essere comunque armoniosi. Poiché sapremmo in fondo che non siamo nessuna di quelle cose, ma percepiamo che nel grande puzzle del Tutto, ci staTutto.

Vediamo adesso come è possibile, se ci accorgiamo in un certo momento di non essere in armonia con qualcuno, qualche situazione o sentimento interiore a tornare ad esserlo. Guardiamo ancora il simbolo del Tao. Vediamo come bianco e nero non sono separati da una linea diritta bensì formano una curvatura, in modo tale che nelle rispettive metà del cerchio ci sia il bianco, ma anche il nero, e in più dentro al nero c’è un punto bianco e dentro al bianco, un punto nero. Se non ci sentiamo in armonia dobbiamo contattare il polo opposto. Se siamo nel bianco, entrare nel nero. Se siamo nel nero entrare nel bianco. E’ un ritmo, di cui possiamo ricordarci.

Per ricordarci di questo ritmo possiamo seguire l’istinto. Istinto è una parola che deriva dal greco stizein che significa pungere. Come ci aiuta l’istinto? Proprio come una puntura ci mette allerta. L’istinto ci dice, senza sbagliare mai, dove dirigerci, se una persona è giusta o meno per noi, se abbiamo bisogno di riposo o di eccitamento. Dell’istinto siamo dotati tutti, come gli animali, ognuno di noi con una sua sensibilità particolare. Fidarsi dell’istinto significa ascoltare quando il buio ci chiama, o quando lo fa la luce.

L’istinto ci dice “qui sto bene” oppure “qui non sto bene”. Armonia, significa perciò passare da una situazione ad un’altra senza indugiare, è un ritmo. I silenzi fanno parte della melodia come i suoni. Se c’è troppo silenzio la musica verrà monotona, fiacca, se ci sono troppi suoni accavallati diverrà distorta, fastidiosa. Passare nei propri lati ombra, farli propri e accomodarsi nell’armonia del Tutto. Saltare nel propri spazi luce dopo aver visitato le grotte scure è come ritornare da un viaggio più ricchi. Se sono ciò che sono, sono già in armonia. Se non lo sono è perché sono diviso. Se me accorgo posso abbracciare ed unirmi al mio lato Ombra e danzare. La danza del Tao, armoniosa, potente, invincibile…immortale.

Luca Carli

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