Nella mitologia nordica il Ragnarok rappresenta la serie di vicende che porta all’esplosione di poteri sepolti e alla conseguente distruzione e rigenerazione del mondo. Rappresenta quindi un mutamento dell’ordine costituito.

L’avvento dell’Autunno come passaggio stagionale ben si accosta al significato del Ragnarok. Questa stagione in cui ci siamo appena inoltrati rappresenta l’apice della maturazione e conseguente caduta rigenerativa che con l’inverno raggiungerà la sua fase letargica.

A livello psicologico questo cambio stagionale può colpire duramente. Se da una parte questi giorni sono esplosivi, cioè fanno emergere tutti i potenziali, desideri, progetti che nell’estate si stavano manifestando, dall’altra chiamano a un lasciarsi cadere, un pò come fanno le foglie degli alberi. Niente di più difficile per chi come l’uomo contemporaneo è abituato ad un tempo piatto, sempre uguale.

Ma la natura segue dei cicli in cui le fasi di crescita e diminuzione sono sempre susseguenti e interconnessi. Ancora più difficile se siamo abituati a preferire il Top, la vetta e a denigrare il Down, la valle. La natura non fa distinzione, tutto si sussegue, successo e sconfitta, chiarezza e confusione, inizio e fine sono parti di un Tutto in cui siamo immersi che ci piaccia o meno.

Il Ragnarok è una battaglia mitica, dove si combatte la lotta finale tra le forze dell’ordine e del caos. Chi ne sarà il vincitore è facile dirlo: nessuno dei due, la distruzione è totale e prepara ad una nuova alba.
Ma in questo caos e lotta che possiamo avvertire in noi stessi in questi giorni vi è anche la manifestazione piena di tutto ciò che siamo. Gli Dei, i nostri Dei interiori (aspirazioni, talenti, desideri, pulsioni), sono obbligati a mostrare tutta la loro forza, la esprimono e perciò la riconoscono. Scendendo nel campo di battaglia non possono nascondere più ciò che sono. Succede anche a noi, perciò è naturale sentirsi febbricitanti, ansiosi, pieni di energia che non si sa come esprimere, o al contrario depressi, svuotati…

Ma se potessimo guardarci con occhi di narratori esterni vedremo semplicemente che l’ordine costituito (l’idea del nostro ordine psicologico) sta mutando. E non è un bene o un male, è semplicemente così.
Quello che possiamo fare per noi stessi, più che farci prendere dalla paura di questo mutamento, è lasciare che la necessità, la spinta del cambio stagionale, ci mostri cosa siamo, cosa si cela in noi. Prendere decisioni importanti? Meglio aspettare che Miðgarðsormr, il serpente divorante, si calmi.

Quindi il mio suggerimento da buon raccontastorie è di osservare questa caotica battaglia interiore con quieto distacco, perchè il suo tesoro non è l’azione distruttiva, ma la scintilla di consapevolezza…cioè quell’intuizione luminosa che nelle prossime settimane ci chiamerà a prendere una scelta e aderire magari ad un nuovo modello per la nostra vita, scegliendo magari il mutamento che sta già avvenendo. Proprio come l’Universo sceglie sempre l’alba, anche dopo la notte più oscura.

 Luca Carli

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