Un altro ideale da sfatare. L’idea di coraggio, dello sforzo con cui ci impegniamo a fare qualcosa, dell’azione di una volontà forte, tipicamente vittoriana. Per ottenere ciò che vogliamo serve coraggio, dobbiamo andare contro le nostre paure per elevarci, andare contro noi stessi per essere noi stessi? Forse no…
Coraggio deriva da cuore…azione del cuore. Sì ma cosa significa agire con il cuore? La parola cuore ha un’origine sanscrita illuminante, deriva infatti da “kurd-ati” che ha il significato di vibrare, saltare…giocare. Agire coraggiosamente, con il cuore, significia agire come un bambino giocoso, saltellante, fiducioso nei suoi balzi, nei suoi slanci. Che bellezza e che libertà che assume allora il coraggio. E a ben vedere non ha nulla a che fare con lo sforzo di fare qualcosa contro qualcos’altro, ma semplicemente ha la sua stessa radice nell’innocenza fanciulla, nella libera espressione senza scopi, nella creatività che ci illumina. Il coraggio di agire come farebbe un bambino…lo diceva anche Gesù “Quando sarete come bambini entrerete nel Regno dei Cieli”, oppure lo si vede nell’espressione beata di Buddha e nell’ironia di Socrate quando parla della sua stessa morte.
Questi grandi uomini hanno cambiato il mondo senza spade o guerre, senza sforzi tianici. Si sono affidati al loro cuore per accorgersi che per combattere i mostri della mente è sufficiente guardarli in faccia, sfidarli, come per gioco appunto. E per abbandonare i condizionamenti bisogna tornare in uno stato dell’essere di pura fanciullezza, di innocenza e di immaginazione fervida, curiosa, affamata di sapere. Solo un cuore senza affanni, un cuore bambino, può agire con coraggio.
Il più grande inganno è credere che i propri sogni non esistano e ucciderli, come fanno gli adulti. Il coraggio allora sta nell’andare a riprenderli, resuscitarli e accorgersi che tutto ciò che ci siamo raccontati fino ad oggi del mondo erano solo limiti imposti. Un cuore puro non ha limiti, fa quello che vuole e vuole quello che fa. Smetterla di sforzarsi di confermare il proprio mondo limitato e stare davanti al vuoto ricco di possibilità, come un bambino davanti un foglio bianco da colorare.