Se non dai un nome alle cose, le cose non esistono. Se da una parte mettere un nome ai sentimenti aiuta a metabolizzarli, a volte devi lasciare che ciò che succede succeda senza mettere etichette. Questo permette a ciò che c’è di fare il suo corso senza condizionarci così tanto.

In altre parole ignorare qualcosa significa anche toglierla dal tuo mondo e modo di percepire le cose.

È lo stesso principio per cui diffondere Paura crea le situazioni per averla…paradossalmente il panico si alimenta di suggestioni e di stimoli mentali, creando così una realtà terribile seppure illusoria.

Quando è innestato il meccanismo è difficile uscirne, soprattutto oggi, con la rete globalizzata che abbiamo.

Chi può rompere la catena di paura è quindi solo il singolo individuo che sceglie di “vedere”, di mettersi in ascolto e di osservare i fatti della sua realtà svelando i trucchi e gli inganni.

Toccare con mano le cose, nel senso di guardare a ciò che è concreto sia nel bello che nel brutto ma senza giudicare, permette di radicarsi a qualcosa di sano.

Questo è il campo della materia, da cui trarre energia e sicurezza.

Se siamo troppo concentrati sul piano mentale, dei giudizi e delle critiche, delle supposizioni e ragionamenti, allora ci perdiamo nelle illusioni della paura o dell’euforia.

Perdiamo il “contatto” con la realtà. Sta accadendo in modo plateale da qualche mese…te ne eri già accorto vero?
E così la materia protesta e il corpo ci parla.

Sintomi e malattie non sono altro che ancore di salvezza, ancore che ci vogliono fare riprendere il contatto con ciò che c’è.

Quando ci capita di stare male dovremmo assumere gli atteggiamenti interiori più neutri per risolvere e superare la malattia stessa, ringraziando il sintomo e lasciando alla natura esprimersi e attuare il processo di guarigione che si è messo in atto con la malattia stessa.

La guarigione si attiva sia sul piano spirituale mentale che su quello istintuale fisico.

Se l’uno è in disequilibrio l’altro si attiva, fregandosene del nostro giudizio su bene o male.
Mi viene in mente l’esempio di Tiziano Terzani che dopo avere appreso la notizia di un “brutto” male si mette in viaggio, un viaggio mistico alla ricerca di se stesso.

La malattia fisica il lui attiva una guarigione spirituale. Vi sono moltissimi altri casi del genere.

Ciò che non è utile nella guarigione sia essa fisica o mentale è la Paura.
Perché la Paura, quella illusoria di cui parlavo, non ha nulla di naturale.

La Paura è una follia accettata.

L’animale ha paura solo quando si trova in gabbia o impossibilitato a lottare o scappare.

Per questo la cattività è una condizione non naturale, inventata dall’uomo.

Abbiamo inventato le nostre stesse paure e il CoronaVirus ce lo sta mostrando.

Adesso ne paghiamo il prezzo…ma è un prezzo che può portarci a un salto evolutivo, a guarire dalla malattia di volere controllare e soggiogare tutto e tutti, dagli altri esseri umani ai nostri amici animali, che sfruttiamo, torturiamo e mangiamo come nulla fosse.

Abbiamo imparato così poco in millenni di storia…

Abbiamo solo capito un pó meglio come funziona la fisica o la chimica, ma abbiamo perso l’occasione di “sentire” cosa eravamo in relazione alla Terra tutta, ai suoi cicli e ai suoi elementi.

Così abbiamo controllato e ingabbiato noi stessi, senza accorgercene…e l’ultima rete è proprio quella di Internet che invece di strumenti di comunicazione sembra diventato un pretesto di isolamento autoimposto, con i suoi “social” che di sociale non hanno nulla.

Così un piccolo Virus ci mette in scacco tutti e non sappiamo come uscirne.

Purtroppo non possiamo fare niente agendo come abbiamo sempre agito.
Dobbiamo accusare solo noi stessi e prendere la Paura come qualcosa che stiamo facendo esistere noi.

Abbiamo il controllo solo su questo.
Da tutto il resto dobbiamo imparare ancora molto.

Essere audaci in questa fase significa fidarsi dell’esistenza più che di quello che ci dice la Mente.

Mettiamoci in ascolto della nostra parte più fragile e profonda e scopriremo che in noi esistono tutte le forze dell’Universo.

Siamo liberi dal momento in cui accettiamo di essere parte di qualcosa più Grande di noi e che vive in noi.

Un Dio o una Dea o una moltitudine di Dei che non sono là fuori ma che attraverso noi vogliono cominciare ad esistere e fare dell’inferno che ci siamo creati, un Paradiso in cui vivere in pace…

Gli Dei in questo senso non solo delle entità da adorare, ma le nostre parti più Belle e Migliori da lasciare emergere e lasciare che facciano del nostro vivere qui e adesso un capolavoro…vincendo le paure come un ghepardo vince una gara di corsa, così, naturalmente.

Luca Carli

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