Il senso di colpa ce lo portiamo dietro dalla storia di Adamo ed Eva, dal racconto del peccato originale…e come passasse da generazione in generazione, arriva fino a noi.
Ma noi non abbiamo nessuna colpa, bisognerebbe chiudere questo eterno processo che facciamo a noi stessi. Dobbiamo avere il coraggio di guardare alla verità finalmente.
Facciamolo insieme…
Se il senso di colpa ce lo portiamo dietro da qualcuno venuto prima di noi allora nemmeno Adamo ed Eva furono i veri colpevoli. Se il senso di colpa passa di gene in gene allora fu nostro Padre il primo colpevole…è Dio a portarsi dentro questo eterno fardello!
E di cosa si può sentire colpevole un Dio?
Ce lo dice bene un mito promigenio, quello di Crono che mangiava i suoi stessi figli.
Dio si sente colpevole di averci reso mortali, di averci fatto limitati, finiti.
Ma dobbiamo guardare ancora oltre… Non è forse Dio un’immagine dell’uomo, una sua rappresentazione? Allora il senso di colpa che attribuiamo inconsciamente a Dio e poi introiettiamo in noi stessi, in realtà è la nostra paura e poi ribellione verso la morte. Non riusciamo ad accettare un mistero così grande…e guardare in faccia all’oscurità.
Ma dobbiamo avere il coraggio di guardare ancora oltre…oltre la morte, proprio così.
Se questa paura ce l’abbiamo per un qualcosa che deve ancora accadere, per una idea che ci facciamo della morte durante la vita..allora non è della morte che abbiamo paura, e non è la morte a rappresentare il più grande mistero…è la vita stessa.
E così viviamo nella paura costante della vita e di ogni istante che si apre sul futuro come una porta sul mistero.
Abbiamo paura e ci ribelliamo quindi a ciò che non sappiamo…a ciò che non conosciamo. E qui torniamo al mito originario.
Quel mito che nella Bibbia racconta : “«Sia la luce!». E la luce fu…” descrive simbolicamente la nascita della luce dell’intelletto, della mente che pensa e riflette, della Coscienza che analizza ed esamina. La paura di qualcosa che non si conosce nasce solo nell’istante in cui ci accorgiamo di potere conoscere qualcosa e di “non conoscere” qualcos’altro.
E’ la Coscienza che ci permette di conoscere…o no.
Dio quindi rappresenta la nostra Coscienza, ed è la nostra Coscienza che ignora cosa sia la vita, vivendo così costantemente nella paura di ciò che non sa.
Come liberarsi? Ancora una volta ci vengono in aiuto le scritture.
Ci si libera grazie a Cristo, grazie al Figlio di Dio…la Luce del Cuore…la luce dell’Amore, cioè il porsi non più a livello della mente, ma a livello del Cuore. Il figlio di Dio si definisce infatti “la Via, la Verità e la Vita”.
L’avvento di Cristo rappresenta simbolicamente il passaggio da una consapevolezza mentale, ad una consapevolezza emotiva, dove non c’è più senso di colpa, dove i peccati sono assolti…dove si è in comunione con il tutto e dove la paura e quindi l’idea della morte è sconfitta.
Così muoiono le religioni per come sono intese banalmente oggi, e ci si risveglia al proprio Dio Interiore, la propria Coscienza…il passaggio che ci viene richiesto in sintesi è quello di lasciare andare il controllo della mente (più un giudice che una guida) e lasciarsi condurre dalla propria Coscienza Emotiva…la vera Luce.
Appuntamenti di Luglio: 12/7 -> Sessioni Individuali a distanza sul tema dell’Appeso (Arcano 12 dei Tarocchi) e dello scioglimento di nodi e blocchi per info scrivi a lucacarli87@gmail.com
L’Opera di addormentamento non è qualcosa di costruito a tavolino da fantomatici “Loro” appartenenti alla massoneria o a società di potere. Non è opera neppure del sistema capitalistico o di strane forze oscure o Aliene, come piace tanto alla New Age o a chi guarda troppo fuori, perdendosi la realtà del presente.
L’Opera di Addormentamento della coscienza viene dal nostro stesso essere, perchè esiste in noi stessi un virus, come un difetto precostituito che ci invita alla morte più che alla vita. Simbolicamente rappresenta la chiusura del Terzo Occhio, la soporifera accettezione di tutto ciò che è…come quando per non sentire e vedere qualcosa che non ci piace preferiamo farci un bel sonno ristoratore. Solo che in questo caso il sonno diventa una morte della coscienza, una fuga dalla verità, una facile ed innocente arresa al mondo così com’è.
Ma è importante dire che l’Opera di Addormentamento collabora con il Risveglio, poichè non vi è l’uno senza l’altro. A volte saremo colti dal sonno, ed altre volte ci lasceremo prendere dal risveglio. Ma è sempre qualcosa che accade, fuori dal nostro controllo o volontà!
Molti guru ci insegnano a “lavorarae su noi stessi” per stare il più svegli possibili e così risvegliare facoltà latenti del nostro essere. Ma cos’è davvero questo essere che ci abita? Se fosse qualcosa che sta davvero a noi controllare potremmo scegliere davvero quando svegliarci. Eppure l’esperienza ci insegna che questo non accade. Lo sforzo consapevole non solo non crea risultati, ma crea addirittura una frizione e un attrito, diciamo pure una spaccatura tra la nostra macchina biologica e l’Anima.
Cosa fare allora per destarsi dal sonno della veglia? Niente!
Il Risveglio accade, non è qualcosa che possiamo avere la pretesa di controllare con l’apparato mentale o con il centro di volontà. Quello che si può esercitare, più che il centro di volontà o cosiddetto Ego, è la fiducia. Si perchè con la fiducia ci affidiamo consapevolmente ad un movimento che non dipende da noi, ma che è soltanto Spirituale e perciò connesso ad una volontà superiore. Questo atteggiamento, anche se può sembrare apparentemente rinunciatario è invece profondamente individualista e autonomo: collabora con lo Spirito che abita tutto e quindi ci abita. Solo che noi lo percepiamo in maniera unica, differenziata da ogni altro essere umano. In qualche modo possiamo dire che facciamo la nostra esperienza dello Spirito, del Risveglio…e quella esperienza proprio perchè solo nostra è così importante per la collettività e super-egoica. Va oltre l’aspetto di controllo con cui vogliamo ottenere qualcosa, ma si allinea ad un processo Spirituale indipendente dalla nostra volontà personale ma connesso alla nostra Anima, goccia fondamentale di uno stesso mare.
Così l’invito è un invito alla rinuncia. Alla rinuncia della croce, come direbbe qualcuno. Sì perchè chi porta la croce in realtà dentro di sè immagina di essere superiore ad un altro, immagina di potere portare sulle spalle il bene o il male del mondo. L’insegnamento di Gesù, con la sua storia Archetipica e mitica non vuole passarci questo. Il suo insegnamento era incentrato sulla resurrezione, non sul calvario. Gesù passò sul calvario per mostrarci a che punto l’uomo di allora (e anche quello di oggi purtroppo) era inchiodato: una croce di superbia e sofferenza.
Gesù con il suo insegnamento ci mostrò come si può rinunciare al Calvario e rinascere. Così possiamo fare noi…lasciare andare la nostra croce personale, il volere essere, apparire, mostrarare, ottenere, fare…diventare. Smettere di essere tutto ciò che non siamo sforzandoci di migliorare noi stessi e semplicemente rinascere. Come si fa? Ancora una volta non facendo nulla, se non accorgendosi che siamo in balia di forze più grandi…allinearsi con loro e così crescere davvero…ma non per scelta…per Destino e Missione.
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Molto spesso sentiamo questa forma di dolore o nostalgia, una paura profonda di perdita e abbandono della persona amata, di una relazione umana o lavorativa.
La ferita di abbandono riguarda la paura di crescere e la presunzione d’innocenza, cioè il volere restare in eterno in uno stato di purezza e protezione, dove tutto è come è sempre stato, rifiutando così il cambiamento, l’evoluzione e la vita. La ferita di abbandono è un abbraccio costante alla stagnazione che evita la vita, in quanto si percepisce il crescere come un lasciare uno stato di presunta innocenza o perfezione. La ferita di Abbandono e il dolore che richiama si superano solo se riconosciamo il nostro attaccamento e ci rendiamo conto che ci stiamo facendo del male, legandoci a qualcosa che sta mutando.
In effetti la vita è in continuo cambiamento e lì davanti, nel futuro, ci aspettano cose meravigliose, scoperte stupende che sono semplicemete una continuazione di quello che abbiamo provato nel passato. L’unione e lo stato di pace e protezione che può provare un bambino nell’utero della madre continua nella vita, solo che il grembo non è materno ma diventa Universale e cambia di continuo. Nemmeno il feto resta sempre uguale, anzi nei mesi di gestazione cresce continuamente…quindi l’idea innocente e illusoria di un paradiso eterno ed immutabile è di per se nociva alla crescita.
Quando crescendo perdiamo questa illusione dell’infanzia tendiamo a proiettare nel futuro questa speranza di un ritorno ad uno stato primigenio, immaginando una vita dopo la morte, un paradiso da raggiungere con le nostre azioni quotidiane… e al contrario un inferno che ci aspetta se le nostre azioni non sono meritevoli ed adeguate. Il vero inferno in realtà è il pensare all’esistenza di un paradiso o di un inferno separati che ci dividono costantemente tra colpa e innocenza, lasciandoci quindi nella vana speranza di una ricompensa o di un ritorno futuro.
Ecco la paura dell’Abbandono, la ferita che sentiamo quando crediamo di aver perso qualcosa o di potere perdere qualcuno. Non è così…questa è una concezione mentale, non ha nessuna prova oggettiva. Quando una persona cara muore o un amico ci lascia, in quel momento soffriamo perchè ricordiamo momenti passati…è come se ci proiettassimo in una realtà mentale in cui eravamo uniti a lui o a lei…e iniziamo a sentirci soli e abbandonati perchè quel lui e lei non ci sono più. Eppure se riuscissimo a stare nel processo del cambiamento scopriremmo che chi abbiamo perso non se ne è andato per davvero…ciò che sentiamo di avere perso non è tanto l’altro ma noi stessi.
La relazione con l’altro ci dava una immagine di noi che ora non c’è più! La loro perdita è la nostra perdita…questa perdita però è anche una conquista…se da una parte abbiamo perso un nostro modo di essere o di fare dall’altra ne abbiamo conquistato uno nuovo, quello che abbiamo adesso. Ecco il paradiso dove si nasconde…proprio in un costante riconoscimento che “chi siamo” è in costante mutazione.
Quindi la paura di essere abbandonati è la paura di perdere se stessi, non l’altro. L’altro riflette solo una parte del nostro essere a cui ci affezioniamo e ci attacchiamo. Attaccarsi per poi non riuscirsi a staccare non è mai salutare…crea dipendenza…dipendenza da quello che pensiamo di essere. Dobbiamo riconnetterci alla nostra forza, allora così non ci perderemo mai, chiunque ci sia aL nostro fianco…e così avremo semplicemente uno scambio salutare…un gioco di specchi…bello e ricco d’Amore.
Tutto il resto è illusione e come tale va vista…e questa illusione può sparire come d’incanto se ci avviciniamo a chi siamo e ci lasciamo mutare, senza pretendere di dovere essere sempre uguali…
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Lo vedete come siamo presi tutti dal nuovo post, dalla nuova applicazione, dall’account instragram che ci chiama e ci invita a pubblicare, pubblicare, pubblicare… Questo è sicuramente il tempo dei social dove lo schermo del telefonino e la sua presenza fine e rettangolare si è sostituita alla stretta di mano, allo sguardo indagatore, all’abbraccio sincero o all’insulto al vicino che usa il rasaerba la domenica (meglio scrivere il proprio disappunto su facebook cercando mi piace e approvazione). Curiosi questi tempi, dove tutto sembra davvero “poco importante” perchè tutto può esserlo se qualsiasi spunto, idea, considerazione può diventare virale e far parlare di sè. Se qualsiasi notizia può essere presa per vera o falsa, se ogni ricerca scientifica o scoperta mistica possono essere condivise e smontate nel giro di pochi minuti. Tempi curiosi dicevo, in cui incuriosirsi certo, ma forse e soprattutto smettere di cercare. Sì, perchè se ogni cosa può essere trovata su wikipedia, forse la cosa che più conta è cercare qualcosa che non possa essere trovato.
L’ascolto della propria unicità, oggi come oggi, è la perla più preziosa che nessuno e dico nessuno, oltre voi stessi, può donarvi. Il punto è che la ricerca inizia solo se ci si rende conto di quanto lontani siamo dal volere trovare un senso alla nostra vita. Essendo costantemente martellati da pubblicità, sponsorizzazioni, influencer e video su youtube è difficile attivare il desiderio di cercare quella perla. Forse bisognerebbe spegnere tutto e isolarsi dal mondo. No di certo… non è la soluzione. Tanti ci hanno provato e quello che hanno ottenuto è stato solo un pò di popolarità passeggera, una barba lungh e qualche chilo in meno. No, forse bisogna mettersi in cammino verso un Viaggio che porti ad una destinazione interiore, fuori dal senso comune del termine. Un viaggio in cui nessuno può “seguirci” e che non possiamo nemmeno “condividere”.
Ma non si tratta di ritirarsi dal mondo. La via mistica al tempo dei social è da abbandonare. Non ce la farete a isolarvi nemmeno nascondendovi sotto i ghiacciai perchè ci sono sonde di Google Maps anche lì e i satelliti come Occhi nel Cielo sanno dove siamo e anche quello che pensiamo… non illudiamoci. Amazon arriverà con il suo pacco Prime prima che ci rendiamo conto di volere qualcosa. Siamo stati programmati fin dall’infanzia a volere cose che non ci servono. Inutile sforzarci a decondizionarci da tutto questo… sarebbe come volere cambiare il corso della storia: così è andata.
Allora cosa possiamo fare? Mmm, se a nulla serve il logout sistematico o la fuga dalla città dobbiamo entrare dentro…dentro noi stessi, senza scappare dal fuori. Allora in questo stare dentro si attiverà un desiderio di trovare, di trovare un tesoro che avevamo dimenticato esistere. Questo tesoro è la perla preziosa dell’Osservatore che si meraviglia e si stupisce del Viaggio della vita, che si illumina guardando i propri aspetti (belli o brutti che siano) e che nonostante le cose siano come sono, le apprezza proprio per il loro esistere… senza chiedere altro. Guarderemo quindi a ciò che abbiamo intorno come qualcosa di cui essere grati, che non ci chiede nulla in più, che non vuole da noi un “mi piace” ma si regala nel presente, tutt’intorno. Nell’era della realtà aumentata e dell’Hd gli effetti speciali sono quelli che la natura ci offre naturalmente con i suoi suoni e odori, colori e ritmi naturali. Così allo stesso modo possiamo guardare al nostro Universo Interiore, stupendoci, senza fare selfie, ma aprendo la fotocamera naturale dell’Osservatore, il chi siamo che guarda e guardando si risveglia.
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Le congiunzioni astrali di questi giorni e ciò che abbiamo detto di Luglio in questo articolo, ci fanno comprendere come PROPRIO ADESSO stiamo vivendo un passaggio importante. Ma si tratta proprio di un salto, un balzo su una dimensione diversa. La griglia cristallina che ha circondato il Pianeta Terra è completa e il progetto degli Esseri di Luce che da sempre hanno vegliato su questo punto del Cosmo è pronto. Non c’è più nulla da aspettare. Questo lo si può avvertire nel proprio cuore come una liberazione totale, non paragonabile a nulla di accaduto prima. Parliamo di memorie antiche, karmiche che si sono sciolti grazie alla presenza che in questi anni tutti noi abbiamo messo sul lavoro amorevole su noi stessi. Che splendido messaggio!
Non tutti possono avvertire questo passaggio, ma è qualcosa che influenza indistintamente come i raggi di Sole illuminano tutti allo stesso modo. Così il compito di chi è sveglio e si accorge del mutamento, del balzo su una nuova dimensione è semplicemente splendere! Mi piace scrivere questo proprio oggi che la Luna Nera e l’Eclissi di Sole ci accompagnano nelle zone oscure. Eppure era proprio questa la chiave: accorgersi che nel buio, nelle nostre paure più profonde, nel nostro essere dormiente, si è sempre celata la forza più grande, la possibilità di diventare ed esprimere ciò che abbiamo sempre saputo essere.
Come se il seme, dopo essere per tanto tempo rimasto nel buio, ora uscisse allo scoperto comunicando se stesso. È una sensazione che da i brividi, illumina ogni nostra cellula e ci inonda di forza e ci radica ancora di più sulla Terra, su questo Pianeta. Perchè è qui il nostro compito, la nostra missione. Le stelle ci ricordano dov’è casa, ma ci chiedono con il loro luccicare anche di restare dove siamo e immergerci totalmente in questa nostra incarnazione. È un compito, uno scopo…ed anche la mente ora può rilassarsi perchè non le chiediamo più nessuno sforzo di “credere”, ma sentiamo e basta. Non si tratta neppure di fiducia, abbiamo superato anche quella… si tratta di manifestazione piena di quella fiamma che abbiamo portato con cura nel nostro cuore ed ora emerge in tutto il suo splendore.
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In fase di Luna nuova è importante entrare all’essenziale delle cose, lasciando andare tutto ciò che non è più funzionale alla nostra crescita. Per farlo e renderci conto di cosa è utile per noi e cosa ci riservano questi prossimi giorni di luna crescente ho ideato questo semplice ma efficace rito.
La Pasqua è una festività Gioiosa e di rinnovamento che ci ricorda come sacrificando una parte di noi stessi ormai limitante e sorpassata possiamo rinascere in un nuovo aspetto, più in linea con la nostra evoluzione e crescita personale. In poche parole è la vittoria della vita sulla morte… Attraversiamola quindi al meglio con questo semplice rituale.
Prima di tutto fai nascere dentro di te un chiaro intento rispetto a ciò che vuoi sacrificare nella tua vita e cosa vuoi invece realizzare, diventare o accogliere. Può essere un aspetto psicologico, materiale o spirituale. Prenditi tutto il tempo necessario, ma non pensarci troppo a livello razionale. Lascia che sia il cuore a suggerirti spontaneamente cosa sia importante davvero.
Adesso prendi 2 fogli.
Nel primo foglio scrivi cosa vuoi sacrificare e nell’altro scrivi il tuo scopo futuro. Ora mettiti in piedi, e dietro di te appoggia per terra il primo foglio mentre davanti a te appoggia il secondo. Ora girati, inginocchiati davanti al foglio alle tue spalle e recita questa frase dentro di te: “Ti lascio andare, con amore e per il mio amore accolgo il futuro.” Stai dentro questa sensazione fino a che senti importante per te. Non avere fretta. Lasciare qualcosa non è mai facile, ma oggi può essere semplice e anche bello.
Quando sei pronto girati di nuovo e inginocchiati davanti al secondo foglio e recita: “Io ti accolgo, per diventare, realizzare e incarnare ogni tuo aspetto nella Gioia e nell’abbondanza.”
Fatto questo possiamo lasciare andare ciò che è stato e prepararci ad accogliere il nuovo.
Prendi il primo foglio e brucialo, in un gesto di sacrificio e abbandono del passato. Il secondo foglio invece lascialo andare in un corso d’acqua, oppure lascialo al vento, o ancora mettilo nella terra come simbolo di fiducia nell’esistenza.
Come desiderare ed ottenere davvero ciò che vogliamo? Di seguito riporto le 9 Leggi del Desiderio per comprendere a fondo che abbiamo sempre ciò che vogliamo e che possiamo però decidere di volere qualcosa di nuovo e migliore per noi, in ogni istante.
1° LEGGE: Ciò che ci capita, incontri, persone, situazioni più o meno piacevoli, possibilità mancate o accolte, conquiste traguardi o sconfitte…le attiriamo noi, in ogni istante.
Questa è la prima legge.
2° LEGGE: La seconda legge ci dice che non possiamo cambiare il nostro destino, solo desiderandolo, proprio perché quel particolare destino lo abbiamo già scelto.
3° LEGGE: La terza legge ci dice però che in ogni istante possiamo scegliere un Destino nuovo, cambiare cioè quello che in qualche momento ci siamo scelti e quindi semplicemente avanzare su di un nuovo sentiero.
4° LEGGE: Il modo in cui scegliamo un Destino rispetto un altro è immaginando il futuro ancora prima che accada, dando cioè al pensiero una direzione. Questa direzione determina il destino. Per scegliere un nuovo destino bisogna quindi cambiare la direzione del nostro pensiero. Se ci si concentra su cose negative attrarremo esattamente quelle…se ci si concentra su cose positive altrettanto. Questa è la quarta legge.
5° LEGGE: La quinta legge è la più misteriosa ma anche la chiave di volta. Non abbiamo nessun potere sulle cose se non sulla nostra intenzione profonda. Se combattiamo i mulini a vento questi combatteranno contro di noi. Se invece lì lasciamo in pace questi ci lasceranno in pace. Significa che tanto diamo più importanza a una cosa tanto più la rendiamo concreta e tangibile. Solo uno stato di calma e pace porta altrettanto nella nostra vita e ci permette di scegliere nuovi destini.
6° LEGGE: La sesta legge è la legge dell’amore. Nell’universo tutto tende all’equilibrio. Ciò che ci appartiene da sempre ci viene dato, ciò che non è nostro ci viene tolto, ciò che lasciamo andare ritorna e ciò che tratteniamo scompare. In accordo con la quinta legge tanto più ci accordiamo con l’equilibrio tanto più otterremo ciò che è buono per noi. Non possiamo pretendere nulla che non sia già nostro e non possiamo dare nulla che non sia già di chi lo sta ricevendo.
7° LEGGE:La settima legge è la legge della vita. Ciò che vive tende a vivere, ciò che muore tende alla morte. Per scegliere la vita pienamente bisogna estirpare tutto ciò che risucchia energia, tutto ciò che in noi, come credenze pensieri o frequentazioni sa di “morte” cioè di decrescita, di annientamento. Per farlo non vale combattere, in accordo alla quinta legge. In accordo alla seconda legge è sufficiente portare l’attenzione su ciò che è vitale in noi e attorno a noi.
8° LEGGE:L’ottava legge è la legge del coraggio. In accordo alla settimana legge il coraggio di scegliere la vita comporta camminare con la morte a fianco. A fianco significa avvertire in ogni istante che tutto ciò che vive può anche morire. Pur avendo scelto la vita non bisogna fare l’errore di lasciare indietro la morte. Sentirla al proprio fianco come fosse una fedele compagna è l’unico modo per non permetterle di vincere sulla vita tendendoci un’imboscata.
9° LEGGE:La nona legge è la legge della fine e dell’inizio.
Anche la vita e la morte furono create da un momento all’altro. Prima che la vita e la morte fossero create vi era l’inizio. L’inizio è un eterno luogo senza tempo in cui ogni Anima ha abitato e a cui ritornerà. Accordarsi con questo viaggio pur cambiando destini e desideri, significa accordarsi anche con la fine e così portare a termine il viaggio e scomparire nel tutto in accordo con la sesta legge dell’amore.
Se viviamo in questo spazio e tempo è certamente per un motivo ben preciso e per ritrovare il nostro scopo possiamo orientarci con le 9 linee guida collettive dello Spirito:
1) Fidarsi del proprio sentire e spegnere gli interruttori del condizionamento indotto.
2) Dare precedenza al proprio percorso evolutivo perchè questo influenzerà positivamente anche quello della comunità.
3) Donare per potere riceve e questo vuol dire esprimere se stessi.
4) Abbandonare il Giudizio che separa e scegliere la Critica sana che ri-sveglia i cuori dormienti.
5) Percepire di stare creando la propria realtà, riconoscere il Re e la Regina interiori che dirigono secondo coscienza e non secondo il potere.
6) Guardare l’altro con amore, ma non pensare di poter aiutare qualcuno. Porgere la mano solo a chi te la chiede.
7) Ricordati che tutto è energia, rispetta la tua e quella altrui, scambiala ma non regalarla.
8) Lasciare entrare la relazione nella tua vita e permettere che sia la tua Anima a dire Sì o No.
9) Non temere di perderti, chi si perde è la mente.
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