Immaginate un luogo magico, un giardino incantevole in cui si nasconde il segreto della Vita. E in lontananza si può scorgere discendere un fascio luminoso che squarcia le nubi e prosegue fino al centro di un enorme labirinto. Al suo interno posta sotto un’ampolla di vetro si narra ci sia una rosa immortale, simbolo della conoscenza alchemica. E’ la pietra filosofale tanto agognata dagli alchimisti, dispensatrice della vita eterna, mezzo con il quale l’uomo può superare le limitazioni della materia e far rinascere lo Spirito in sé stesso. Risalire ciò quel fascio luminoso per diventare esso stesso Luce. La Rosa è specchio della ricerca verso l’Assoluto, scopo ultimo dell’esistenza labirintica terrena, fatta di dure prove e continui smarrimenti della via, vicoli ciechi e nuove rinascite. In questa splendida poesia dell’amica Emanuela si entra nel giardino incantato dove ha inizio il viaggio dopo che l’occhio interiore risvegliatosi dell’aspirante alchimista ha scrutato l’intima essenza di se stesso e si è messo in cammino. Ora l’uomo nuovo vede veramente e la realtà illusoria scompare.
L’occhio interiore lo guiderà a raggiungere la Rosa, meta ultima e viaggio stesso.
Scoprirà infatti che non c’è nulla da trovare, ma solamente una eterna evoluzione e un ampliamento di coscienza ad ogni passo che farà verso il centro del Labirinto, asse del mondo che unisce Terra e Cielo. Si va al centro di Sé stessi. Tutto è già presente in questo istante, ogni anelito della sua Anima che lo spinge a proseguire la ricerca è un nuovo raggio di luce che illumina il percorso. Chi cerca trova e poi…un altro viaggio avrà forse inizio.
Lasciatevi incantare da queste parole pregne di desiderio di meraviglia e di Spirito. La Rosa è più vicina di quel che pensate, tra due istanti successivi, tra due cuori separati…in ogni spazio bianco di questa poesia.
* Al’kimja *
Conosco la via che conduce al giardino segreto
Conosco l’intenso profumo di rose che ci guida
il mio grembo diviene la tua casa
figlio?
amante?
Dio
mi trasformo nelle tue mani come argilla che impasti
ti contengo e sono contenuta
liquida come il sangue che pulsa e scorre nelle tue vene
morbida come la terra sulla quale mi hai adagiato
distruggo e ricostruisco e cambio e riemergo con il fuoco delle tue parole
uragano o lieve sospiro
sono la vita che inghiotti e ricrei ad ogni respiro.
Entri in me invadendo anima e corpo
ecco la chiave
il mio giardino si apre
tu sei la chiave
tu e solo tu
raccogli le gocce di rugiada mentre il mio corpo diviene terra, aria, acqua e fuoco e mi ricomponi
nasci dal mio ventre
nasco dal tuo cuore.
Emanuela Pacifici
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